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La VISITA alle SETTE CHIESE di Roma






Il Pellegrinaggio delle sette chiese è il tradizionale percorso seguito dai fedeli in visita ai luoghi santi di Roma, fin dall’Alto Medioevo, forse già da tempi più antichi.
Si deve a San Filippo Neri, nel XVI secolo, il ripristino di que-sta pia devozione per riportare i romani ed i fedeli tutti alle memorie ed ai santuari dei martiri della Roma paleocristiana.





Il lungo pellegrinaggio, più di km 20, tra canti e preghiere, si svolgeva collettivamente in quello spirito di serenità e letizia che caratterizzò tutta la vita del santo.
Grande fu il successo di questa iniziativa, tanto che in pochi anni i partecipanti salirono a parecchie migliaia di persone, al punto che San Filippo istituì l’usanza di far svolgere la processione il giorno del “giovedì grasso”, nel pieno del periodo di carnevale, quale “contraltare” al “festino” pagano.











Avevano cominciato a ritrovarsi lì, sul sagrato della Chiesa di San Girolamo della Carità, a pochi passi da piazza Farnese (in seguito presso Santa Maria in Vallicella, la "Chiesa Nuova"). E non sarà passato inosservato alla curiosità dei romani quell'insolito ritrovo quotidiano, proprio nell'ora della passeggiata pomeridiana.





Erano gli amici di Padre Filippo Neri, il fiorentino.





Tutto era cominciato in quel maggio 1551, quando Filippo, novello sacerdote, aveva preso dimora presso San Girolamo.
S'intrattenevano con lui nella chiesa, poi uscivano per una passeggiata. Spesso, imboccato il ponte Sant'Angelo, dopo una sosta all'Arcispedale di Santo Spirito in Sassia, puntavano dritti a San Pietro, per una visita alla tomba dell'Apostolo, oppure se ne andavano verso l'Esquilino, a Santa Maria Maggiore.
La domenica o nei giorni di bel tempo e di festa, Filippo attendeva i suoi figlioli sul sagrato per una scampagnata.





Allora il cammino si faceva più lungo.





Le mete erano le Tre Fontane, la basilica di San Paolo; si andava poi sull'Appia, alla catacombe di San Sebastiano e dopo aver consumato un pasto all'ombra di qualche vigna, si faceva ritorno passando per San Giovanni in Laterano e Santa Croce in Gerusalemme. Filippo e i suoi (quei primi che diventeranno il nucleo della Congregazione dell'Oratorio) le chiamavano familiarmente "visite".
Proprio come andare a far visita alla casa di un amico, con l'unica differenza che le "case" visitate erano i luoghi cari alla memoria cristiana di Roma.





E' nato così, con questa spontaneità, il pellegrinaggio più famoso di Roma:
la visita alle Sette Chiese.





Il pellegrinaggio alle sette basiliche giubilari ebbe un tale successo che da poche decine di partecipanti (all'inizio erano addirittura cinque o sei) arrivò in pochi anni, con il crescere della popolarità di Filippo, a coinvolgere centinaia di persone, fino a raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV (1560-1565), seimila partecipanti.





Senza volerlo, senza quasi accorgersene, Filippo aveva coinvolto tutta Roma.





La visita ai più importanti luoghi di culto dell'Urbe non è tuttavia invenzione di san Filippo Neri. Filippo non fa che riprendere l'antichissima tradizione medioevale dei pellegrini romei alla tombe di Pietro e Paolo.
Tradizione che nel corso dei secoli, soprattutto con il primo grande Giubileo istituito nell'anno 1300 da Bonifacio VIIII (1294-1303) aveva indicato le tappe che il devoto viaggiatore doveva compiere una volta giunto nella Città santa degli apostoli e dei martiri.





Anche Filippo, appena diciannovenne, era arrivato a Roma nel 1534 a Roma come pellegrino. E come pellegrino, nei primi anni della sua permanenza romana, si recherà frequentemente ai luoghi santi.
"Era solito" - racconta Antonio Gallonio, amico del Santo e autore della sua prima biografia - "andarsene solitario alle Sette Chiese, o ad alcuna d'esse, massime a quelle fuori della città" e quelle visite "non furono per lui senza grandissima consolazione e senza profitto di virtù e di doni".





Bisogna tuttavia arrivare al 1552 perchè il pellegrinaggio diventi una pratica stabile e organizzata.
Con il crescere del numero dei partecipanti, Filippo decise infatti di dedicare al pellegrinaggio un giorno fisso dell'anno: il giovedì grasso.





Così, il primo pellegrinaggio ufficiale alle SETTE CHIESE ebbe inizio il 25 febbraio 1552.





Il percorso, lungo sedici miglia, fu diviso in due giornate, con la partenza, la sera del mercoledì, dalla chiesa di San Girolamo della Carità. Attraversato ponte San'Angelo si faceva visita ai malati dell'ospedale di Santo Spirito.





Quindi il corteo si raccoglieva presso la basilica di SAN PIETRO, prima tappa della visita.
Quest’ultima venne costruita in epoca costantiniana, ma prende la sua forma attuale dal Rinascimento e dal Barocco. Il suo altare principale si trova nel punto in cui, a seguito di scavi effettuati nel XX secolo, è stata trovata la tomba di san Pietro. Tra gli architetti che hanno costruito la chiesa nella sua forma attuale ci sono Raffaello, Michelangelo e Bramante.





La mattina seguente, di buon'ora, l'appuntamento era nella basilica di SAN PAOLO fuori le mura (si erge sul luogo che la tradizione indica come quello della sepoltura dell'apostolo Paolo, al centro di un'antica locanda sulla strada per Ostia, la Via Ostiense. L'edificio risale al IV secolo e fu ricostruito dopo l'incendio del 1823 della Basilica Costantiniana), da dove si percorreva la via ancora oggi chiamata delle Sette Chiese e si giungeva a SAN SEBASTIANO fuori le mura (presso le catacombe del martire romano Sebastiano, sull'Appia Antica, all'incrocio con via delle Sette Chiese) per partecipare alla Messa.





Nei periodi di maggiore affluenza la celebrazione eucaristica ebbe luogo a Santo Stefano Rotondo sul Celio.
Seguiva l'omelia di Filippo, o di altri religiosi, quindi la refezione.
Nei primi anni si fermavano alla vigna Savelli, nei pressi della Caffarella.
Col tempo divenne abituale la fermata al giardino Mattei, in quella che oggi si chiama Villa Celimontana.





Poi si dirigevano verso la Scala Santa e SAN GIOVANNI in LATERANO (fu fondata da Costantino I come la principale chiesa di Roma. Fu convertita allo stile barocco da Francesco Borromini. Fino al 1309 accanto alla Basilica si trovava la residenza dei Papi i cui resti sono ancora visibili nella cappella Sancta Sanctorum e alla Scala Santa. Fino al XIX secolo tutti i Papi furono incoronati in Laterano. Accanto alla Basilica è situato il Palazzo del Laterano. È la cattedrale della diocesi di Roma) e proseguivano per SANTA CROCE in GERUSALEMME.
In quest’ultimo luogo vi erano i palazzi dell'imperatrice romana Elena, la madre di Costantino I, presso il Laterano. Vi sono conservate, quelle che, secondo la tradizione, sono le reliquie della croce. Tra queste ci sono parti della "vera croce", la croce di uno dei due ladroni, la spugna imbevuta d'aceto, parte della corona di spine, un Sacro Chiodo e il Titulus crucis. Queste reliquie furono riportate da Elena dopo il suo viaggio in Terra Santa.





Attraverso Porta Maggiore il corteo usciva di nuovo dalla cinta muraria arrivando all'Agro Verano, dov'è la basilica di SAN LORENZO fuori le mura , vicino al cimitero del Verano, ospita la tomba di san Lorenzo, arcidiacono della Chiesa di Roma, martirizzato nel 258.





Rientrando infine in città il corteo volgeva all'ultima tappa dell'itinerario:
SANTA MARIA MAGGIORE.
Questa basilica fu fondata da papa Liberio nel posto attuale, dove la notte del 4 agosto 352 aveva nevicato. Questo miracolo fu interpretato dal Papa con il desiderio della Madonna che fosse costruita una chiesa nel posto del miracolo. Il 5 agosto viene ancora celebrata la Neve di Maria. In questa occasione "nevicano" bianchi petali dal tetto della chiesa, che sono raccolti dai pellegrini e portati ai malati. Famoso è il mosaico che risale alla costruzione dell'edificio attuale sotto papa Sisto III nel 440. Inoltre, la chiesa ospita la famosa immagine Salus Populi Romani e diverse tombe di importanti Pontefici Romani.
Presso l'altare principale c'è, sotto una semplice lastra, la tomba di Bernini.
Il suo campanile è il più alto di Roma





Qui, dopo un ultimo raccoglimento, i partecipanti
si congedavano intonando la Salve Regina:



Salve, o Regina, madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A Te ricorriamo, esuli figli di Eva,
a Te sospiriamo, gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio, Gesù,
il frutto benedetto del seno Tuo.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

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Salve, Regina, mater misericòrdiae,
vita, dulcèdo et spes nostra, salve.
Ad te clamàmus, èxsules fìlii Hèvae,
ad te suspiràmus, gemèntes et flèntes in hac lacrimàrum valle.
Èia èrgo, advocàta nostra,
ìllos tùos misericòrdes oculos ad nos convèrte.
Et Iesum, benedìctum fructum ventris tui,
nobis post hoc exsìlium ostènde.
O clèmens, o pia, o dulcis Virgo Maria.
Amen





Piccola guida al pellegrinaggio spirituale







1. Basilica di San Pietro e tombe dei Papi



- Si consiglia di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione.


- Per la Riflessione: Vangelo di Matteo 16, 13-19


Fede e missione di Pietro

13 Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».













2. Basilica di San Paolo fuori le Mura



- Si consiglia la recita del Rosario per i Missionari del Vangelo


- Per la Riflessione: Lettera di Paolo ai Galati 1, 11-20.


11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; 12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. 13 Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, 14 superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri. 15 Ma quando colui che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque 16 di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani, subito, senza consultare nessun uomo, 17 senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco.
18 In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; 19 degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. 20 In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco.













3. Basilica di San Sebastiano e Catacombe



- Si consiglia la partecipazione all’Eucarestia


- Per la Riflessione: 1 Lettera di Pietro 2, 1-10.


1 Pietro 2:1 Deposta adunque ogni malizia, ed ogni frode, e le ipocrisie, ed invidie, ed ogni maldicenza;

1 Pietro 2:2 come fanciulli pur ora nati, appetite il latte puro della parola, acciocchè per esso cresciate.

1 Pietro 2:3 Se pure avete gustato che il Signore è buono;

1 Pietro 2:4 al quale accostandovi, come alla pietra viva, riprovata dagli uomini, ma dinanzi a Dio eletta, preziosa;

1 Pietro 2:5 ancora voi, come pietre vive, siete edificati, per essere una casa spirituale, un sacerdozio santo, per offerire sacrificii spirituali, accettevoli a Dio per Gesù Cristo.

1 Pietro 2:6 Per la qual cosa ancora è contenuto nella scrittura: Ecco, io pongo in Sion la pietra del capo del cantone, eletta, preziosa; e chi crederà in essa non sarà punto svergognato.

1 Pietro 2:7 A voi adunque, che credete, ella è quella cosa preziosa; ma a' disubbidienti è, come è detto: La pietra, che gli edificatori hanno riprovata, è divenuta il capo del cantone, e pietra d'incappo, e sasso d'intoppo.

1 Pietro 2:8 I quali s'intoppano nella parola, essendo disubbidienti; a che ancora sono stati posti.

1 Pietro 2:9 Ma voi siete la generazione eletta; il real sacerdozio, la gente santa, il popolo d'acquisto; acciocchè predichiate le virtù di colui che vi ha dalle tenebre chiamati alla sua maravigliosa luce.

1 Pietro 2:10 I quali già non eravate popolo, ma ora siete popolo di Dio; a' quali già non era stata fatta misericordia, ma ora vi è stata fatta misericordia.













4. Cattedrale di San Giovanni in Laterano



- Si consiglia la Preghiera per l’unità dei cristiani


- Per la Riflessione: Vangelo di Giovanni 17, 1-25.


Preghiera di Gesù al Padre per i discepoli e per i futuri credenti

1 Così parlò Gesù. Poi, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. 2 Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. 3 Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. 4 Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. 5 E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.
6 Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. 7 Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, 8 perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.
9 Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. 10 Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. 11 Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi.
12 Quand'ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. 13 Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. 14 Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo.
15 Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. 16 Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. 17 Consacrali nella verità. La tua parola è verità. 18 Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; 19 per loro io consacro me stesso, perché siano anch'essi consacrati nella verità.
20 Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21 perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
22 E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.
24 Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.
25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato.













5. Basilica di Santa Croce in Gerusalemme



- Si consiglia la recita della Professione di Fede (il Credo)


- Per la Riflessione: Vangelo di Giovanni 12, 20-33 .


Alcuni Greci vogliono vedere Gesù

20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci. 21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23 Gesù rispose loro: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato. 24 In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25 Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26 Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27 Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! 28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
29 La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32 E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33 Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.













6. Basilica di San Lorenzo fuori le Mura



- Si consiglia la Preghiera per i Defunti


- Per la riflessione: Vangelo di Giovanni 14, 1-12


Gesù è la via che conduce al Padre

1 Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2 Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? 3 Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4 E del luogo dove io vado, conoscete la via».
5 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6 Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7 Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
8 Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9 Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? 10 Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11 Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
12 In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch'egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.













7. Basilica di Santa Maria Maggiore



- Si consiglia la recita del Rosario, pregando per la pace del mondo e per le famiglie.


- Per la Riflessione: Vangelo di Luca 1, 26-38


Annuncio della nascita di Gesù

26 Al sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».
29 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30 L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34 Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
35 Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37 nulla è impossibile a Dio». 38 Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola».
E l'angelo si allontanò da lei

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"[...] Non abbiate paura!
APRITE, anzi, SPALANCATE le PORTE A CRISTO!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!
Cristo sa "cosa è dentro l’uomo". Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. [...]"


Papa Giovanni Paolo II
(estratto dell'omelia pronunciata domenica 22 ottobre 1978)



 
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