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LECTIO DIVINA







"La FEDE viene dall'ascolto e l'ascolto riguarda la parola di Cristo"
(Rm 10,16)






Carissimi,
con queste parole del’apostolo Paolo desidero rivolgermi a voi per invitarvi a scoprire e praticare quella forma particolare di preghiera che è l’ascolto della Parola di Dio.

Il Santo Padre Benendetto XVI, nel Convegno Diocesiano del maggio scorso ha esortato la Chiesa di Roma ad adoperarsi affinchè le nostre comunità
"non smarriscano la loro identità e il loro vigore"
A tale scopo “è necessario che siano educate all’ascolto orante della Parola di Dio, attraverso la pratica della LECTIO DIVINA”

Proprio dall’ascolto della Parola di Dio nasce la chiamata a vivere la comunione e la missione.

Ne abbiamo bisogno tutti.

Ne hanno bisogno i giovani in ricerca della loro vocazione nella vita, con l’aiuto di maestri di preghiera per crescere nella dimensione interiore e aprire il cuore al soffio dello Spirito.

Ne hanno bisogno i genitori per comprendere sempre meglio il difficile compito di testimoni e di educatori.

Ne hanno bisogno i pastori, i consacrati, gli insegnanti, le guide, i laici cristiani impegnati nella società, per i quali la Parola di Dio nella preghiera fa sì che la fede diventi adulta e capace di illuminare gli altri.

Vi scrivo, allora, per incoraggiarvi ad iniziare, dove questo non avviene, un percorso di ascolto della Parola di Dio, attraverso la pratica settimanale della LECTIO DIVINA











Che cos'è la LECTIO DIVINA?




"La lectio divina è un approccio graduale al testo biblico e risale all'antico metodo dei Padri, che a loro volta si richiamavano all'uso rabbinico." (Carlo Maria Card. Martini, Arcivescovo di Milano)

È ascoltare Dio che ci parla attraverso la sua Parola.
È dedicare un po’ di tempo alla lettura e mediante la lettura alla preghiera con la Parola di Dio.
L’ascolto silenzioso e umile del signore è il centro e lo scopo della Lectio Divina.
Dio che ci parla nelle Sante Scritture è al primo posto.
La Lectio Divina ci aiuta così a comprendere a poco a poco che non bastiamo a noi stessi; abbiamo bisogno di aprirci a Colui la cui “parola è lampada ai nostri passi e luce sul nostro cammino" (cfr. Sal 118,105).
La Lectio Divina può essere proposta a tutti, perché la Parola di Dio non è “troppo alta per noi, né troppo lontana da noi” (cfr. Dt 30,11-14)







Come si fa la LECTIO DIVINA?




Ordinariamente si sviluppa attraverso quattro momenti:
inizia con la lettura (LECTIO) del testo biblico,
segue la meditazione (MEDITATIO),
si passa poi alla preghiera (ORATIO) a partire dal testo
e si conclude con la contemplazione (CONTEMPLATIO)

I quattro momenti non sono rigidi, sono successivi e possono intersecarsi l’uno con l’altro, sviluppando un dinamismo interiore che anima la LECTIO, dall’ascolto della vita.





I quattro successivi momenti.





1 Lettura del testo (LECTIO)







Dopo qualche momento di silenzio e di raccoglimento per creare un clima favorevole alla preghiera, è bene invocare lo Spirito Santo con una preghiera o un canto, perché sia Lui a parlare.
Gli autori medioevali hanno chiamato questo primo momento LECTIO.
Si comincia a leggere il testo scelto in modo pacato e tranquillo, ponendosi alla fine una domanda di conoscenza del suo contenuto reale:

- che cosa dice il testo biblico in sé?

È l’atteggiamento dell’ascolto, proprio come avviene dinanzi ad una persona che parla: la si ascolta con attenzione, cercando di capire quello che vuole dirci.
Se la LECTIO è guidata dal parroco, da un sacerdote o da altro animatore, chi guida, dopo una breve illustrazione del testo, inviti i partecipanti ad un tempo di riflessione.


"La lectio consiste nel leggere e rileggere la pagina della Scrittura, mettendo in rilievo gli elementi portanti. Per questo consiglio di leggere con la penna in mano, sottolineando le parole che colpiscono, oppure richiamando con segni grafici i verbi, le azioni, i soggetti, i sentimenti espressi o la parola-chiave. In tal modo la nostra attenzione viene stimolata, l'intelligenza, la fantasia e la sensibilità si muovono facendo sì che un brano, considerato magari arcinoto, appaia nuovo. A me che da tanti anni leggo il vangelo succede, ad esempio, che riprendendolo in mano scopro ogni volta delle cose nuove proprio attraverso il metodo della lectio. Questo primo lavoro può occupare parecchio tempo, se siamo aperti allo Spirito: si colloca il racconto letto nel contesto più vasto, sia dei brani vicini, sia dell'insieme di un libro, sia dell'intera Bibbia, per capire che cosa vuol dire."
Carlo Maria Card. Martini, ex Arcivescovo di Milano







2 Meditazione del Testo (MEDITATIO)







Questo secondo momento ha lo scopo di avvicinare la Parola di Dio alla nostra vita.
Così la domanda che dobbiamo porci è questa:

- che cosa dice il testo biblico a noi, a me?

Non si legge il testo semplicemente per conoscerlo, ma perché esso sia luce per la nostra vita.
Sostare dinanzi alla Parola di Dio, apre la mente a tanti pensieri.
Non sarà difficile capire che la Parola ascoltata è rivolta a me, ha qualcosa da dire alla mia vita, almeno in qualche sua parte.
La voce di Dio è inconfondibile.
Chiama alla conversione, vuole condurci ad una maggiore conformità con Cristo.
È molto opportuno assecondare questo filo di pensieri, sostando in essi per meditarli.


"La meditatio è la riflessione sui valori perenni del testo. Mentre nella lectio assumo le coordinate storiche, geografiche, culturali anche, del brano, qui si pone la domanda: Che cosa dice a me? Quale messaggio in riferimento all'oggi viene proposto autorevolmente dal brano come parola del Dio vivente? Come vengo provocato dai valori permanenti che stanno dietro alle azioni, alle parole, ai soggetti?"
Carlo Maria Card. Martini, ex Arcivescovo di Milano







3 Il Tempo della Preghiera (ORATIO)







Si giunge così alla preghiera, ORATIO, che suppone quest’altra domanda:

- che cosa diciamo noi al Signore in risposta alla sua parola?

La lettura della Parola di Dio farà nascere la necessità di parlare a Lui.
È questo il momento nel quale, dopo aver ascoltato, l’uomo risponde a Dio e gli parla.
Gli dice il proprio “sì” e insieme chiede l’aiuto della grazia per realizzare la Sua volontà.
Nella parola rivolta a Dio è compresa anche l’intercessione per altri, perché Dio li illumini del cammino.
È opportuno dedicare a questo momento un congruo tempo.


"L'oratio è la prima preghiera che nasce dalla meditazione: Signore, fammi comprendere i valori permanenti del testo, che mi mancano, donami di capire qual è il tuo messaggio per la mia vita. E a un certo punto, questa preghiera si concentra nell'adorazione e nella contemplazione del mistero di Gesù, del volto di Dio. L'oratio si può esprimere anche in richiesta di perdono e di luce o in offerta."
Carlo Maria Card. Martini, ex Arcivescovo di Milano







4 La Gioia della Contemplazione (CONTEMPLATIO)







In questo ultimo momento della LECTIO DIVINA assumiamo come dono di Dio lo stesso suo sguardo nel giudicare la realtà e ci domandiamo:

- quale conversione della mente, del cuore, della vita chiede a noi il Signore?

Man mano che maturerà l’esperienza della preghiera ci si accorgerà che diventa meno importante comprendere ogni volta qualcosa di nuovo.
Crescerà invece il desiderio di contemplare l’opera già compiuta da Dio.
Sarà come quando due innamorati non si preoccupano più di dirsi cose nuove, ma stanno in silenzio sapendo dio amarsi profondamente.
Questa semplificazione della preghiera è un dono del Signore, secondo i tempi che non posson essere stabiliti in anticipo.
Gli antichi autori chiamavano questo momento CONTEMPLATIO.
Proprio perché la Parola del Signore ha posto radici nel nostro cuore, produrrà frutto nella vita quotidiana.
Scopo della LECTIO, infatti, è la trasformazione dell’essere e dell’agire, resi nuovi dallo Spirito Santo.
Se la LECTIO DIVINA è fatta in gruppo, sarà bene concluderla invitando i presenti ad elevare al Signore intenzioni di preghiera per la comune edificazione.
L’incontro potrà concludersi con un canto.


"La contemplatio è difficilmente esprimibile e spiegabile. Si tratta di dimorare con amore nel testo, anzi di passare dal testo e dal messaggio alla contemplazione di colui che parla attraverso ogni pagina della Bibbia: Gesù, Figlio del Padre, effusore dello Spirito.
Contemplatio è adorazione, lode, silenzio davanti a colui che è l'oggetto ultimo della mia preghiera, il Cristo Signore vincitore della morte, rivelatore del Padre, mediatore assoluto della salvezza, donatore della gioia del Vangelo. Nella pratica i tre momenti non sono rigorosamente distinti, però la suddivisione è utile per chi ha bisogno di incominciare o di riprendere questo esercizio.
Il nostro pregare è come un filo rosso che collega un po' le giornate l'una all'altra e può succedere che sullo stesso testo della Scrittura ci soffermiamo un giorno soprattutto con la meditatio mentre un altro giorno passiamo rapidamente alla contemplatio."
Carlo Maria Card. Martini, ex Arcivescovo di Milano







Carissimi,
per offrire a tutti questo prezioso tesoro spirituale il Papa Benedetto XVI ci ha invitato a proporre in forma comunitaria la LECTIO DIVINA, come scuola di preghiera e come momento di evangelizzazione nelle case e nei luoghi di lavoro.

Ci ha detto così:
"Prodigatevi a ridare vita in ogni parrocchia, come ai tempi della Missione cittadina, ai piccoli gruppi o centri di ascolto di fedeli che annunciano Cristo e la sua Parola, luoghi dove sia possibile sperimentare la fede, esercitare la carità, organizzare la speranza" (Convegno Diocesano)

Sia questo il punto di partenza, perché ogni cristiano possa imparare a pregare con la LECTIO DIVINA in ogni momento della sua vita.

Dal Laterano, 1 ottobre 2009





Agostino Card. Vallini
Vicario del Santo Padre per la Diocesi di Roma













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"[...] Non abbiate paura!
APRITE, anzi, SPALANCATE le PORTE A CRISTO!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!
Cristo sa "cosa è dentro l’uomo". Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. [...]"


Papa Giovanni Paolo II
(estratto dell'omelia pronunciata domenica 22 ottobre 1978)



 
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